I permessi legge 104 sono delle agevolazioni sul posto di lavoro per tutelare i lavoratori disabili e le loro famiglie.
Si tratta di tre giorni di permessi retribuiti al mese, destinati ai lavoratori con legge 104 articolo 3 comma 3 o ai lavoratori caregiver.

La Legge 104 tutela i diritti delle persone con disabilità e la loro famiglia. La normativa precisa che i lavoratori che abusano dei permessi per scopi personali e non per assistere il familiare, rischiano il licenziamento.
Permessi legge 104 per andare in vacanza
I permessi legge 104, sono coperti da contribuzione figurativa, valida ai fini della pensione. Sono considerate come ore effettivamente lavorate. Inoltre, i permessi non si cumulano, se non presi nell’arco del mese si perdono. Oltre ai permessi, i lavoratori caregiver, possono chiedere il congedo straordinario di due anni per assistere il familiare con handicap grave. A differenza dei permessi, il congedo prevede la residenza con il familiare che si assiste. Anche il congedo è coperto da contribuzione figurativa utile per il pensionamento.

I permessi sono anticipati dal datore di lavoro ma pagati dall’INPS, infatti, il lavoratore per ottenere quest’agevolazione deve inviare domanda all’Istituto previdenziale. Inoltre, deve darne copia anche al datore di lavoro. L’INPS con il messaggio n. 4143 del 22 novembre 2023 ha precisato che i permessi e il congedo possono essere concordati a più familiari della stessa persona disabile.
Un Lettore chiede se può utilizzare i permessi per accompagnare la mamma con handicap grave al mare. In merito ci sono molti dubbi su cosa si può fare e cosa no.
I permessi legge 104 consentono al lavoratore di assentarsi dall’attività lavorativa per assistere il familiare disabile. Sull’uso dei permessi la giurisprudenza ha più volte affrontato l’argomento. I giudici hanno chiarito quali attività sono compatibili con i permessi legga 104 e quali, invece, possono costituire una violazione della normativa.
La Legge non prevede nessun obbligo temporale per l’assistenza continua che deve coincidere con l’orario di lavoro. La magistratura ha chiarito che il supporto non deve essere per forza esclusivo, ma deve essere effettivo e tangibile. Lo scopo principale dei permessi è quello di dare assistenza per dare benessere al familiare disabile.
In merito alla risposta al Lettore, una recente sentenza del 2025, la numero 12679, ha chiarito ogni dubbio. La Cassazione ha precisato che una vacanza o una gita può contribuire l’umore e il benessere del familiare disabile.
In conclusione, le regole dei permessi sono abbastanza elastiche, l’importante che si considera in modo prevalente la salute del familiare che si assiste.